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Testo della poesia Inuit (Orpingalik) “Quanto a lungo devo giacere qui?”

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Inuit-foto-vecchia

L’autore di questa poesia Inuit dovrebbe essere Orpingalik, sciamano e poeta Inuit, si sposò con la poetessa Inuit Uvlunuaq,

Testo in inglese della poesia “Quanto a lungo devo giacere qui?”

“How much longer must I lie here?
How long? How long must she go begging
Oil for the lamp,
reindeer-skin for her clothes,
and meat for her meal?
I, a feeble wretch:
she, a defenseless woman.

Unaija-unaija”

Traduzione in italiano della poesia “Quanto a lungo devo giacere qui?”

Quanto devo giacere qui?
Quanto a lungo? Quanto a lungo deve andare lei mendicando
olio per la lampada,
pelle di renna per i suoi vestiti,
e carne come pasto?
Io, un disgraziato debole:
lei, una donna indifesa.

Unaija-unaija”

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Orpingalik


Traduzione della poesia “Invictus”– William Ernest Henley

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Questa poesia venne scritta da William Ernest Henley, un poeta e giornalista inglese.

Il titolo della poesia, “Invictus” fa riferimento al latino e significa “non vinto”; e venne dato dal critico letterario Arthur Quiller-Couch, che riconobbe la grandezza della poesia aggiungendola alla sua antologia fondamentale delle poesie inglesi.

All’età di 12 anni, Henley rimase vittima del morbo di Pott, una grave forma di tubercolosi ossea. Nonostante ciò, riuscì a continuare i suoi studi e a tentare una carriera giornalistica a Londra. Il suo lavoro, però, fu interrotto continuamente dalla grave patologia, che all’età di 25 anni lo costrinse all’amputazione di una gamba per sopravvivere. Henley non si scoraggiò e continuò a vivere per circa 30 anni con una protesi artificiale, fino all’età di 53 anni.

La poesia Invictus fu scritta proprio sul letto di un ospedale.

La poesia era usata da Nelson Mandela per alleviare gli anni della sua prigionia durante l’apartheid.

– da wiki

PS: a me piace tantissimo! :)

Traduzione della poesia “Invictus” – William Ernest Henley – con testo inglese a fronte

Out of the night that covers me,
Dal profondo della notte che mi avvolge,
Black as the pit from pole to pole,
nero come un pozzo da un polo a un altro,
I thank whatever gods may be
ringrazio qualunque dio possa esistere
For my unconquerable soul.
per la mia anima inespugnabile.

In the fell clutch of circumstance
Nella feroce morsa delle circostanze
I have not winced nor cried aloud.
non mi sono tirato indietro nè ho gridato forte.
Under the bludgeonings of chance
Sotto ai colpi d’ascia della sorte
My head is bloody, but unbowed.
il mio capo è sanguinante ma indomito.

Beyond this place of wrath and tears
Oltre questo luogo di collera e lacrime
Looms but the Horror of the shade,
incombe solo l’orrore delle ombre,
And yet the menace of the years
eppure la minaccia degli anni
Finds and shall find me unafraid.
trova, e mi troverà senza paura.

It matters not how strait the gate,
Non importa quanto sia stretta la porta,
How charged with punishments the scroll,
quanto piena di punizioni la pergamena,
I am the master of my fate:
io sono padrone del mio destino:
I am the captain of my soul.
io sono capitano della mia anima.

France Weather

Traduzione in italiano di invictus (William Ernest Henley) senza il testo in inglese:

Titolo: “Non vinto

Dal profondo della notte che mi avvolge,
nero come un pozzo da un polo a un altro,
ringrazio qualunque dio possa esistere
per la mia anima inespugnabile.

Nella feroce morsa delle circostanze
non mi sono tirato indietro nè ho gridato forte.
Sotto ai colpi d’ascia della sorte
il mio capo è sanguinante ma indomito.

Oltre questo luogo di collera e lacrime
incombe solo l’orrore delle ombre,
eppure la minaccia degli anni
trova, e mi troverà senza paura.

Non importa quanto sia stretta la porta,
quanto piena di punizioni la pergamena,
io sono padrone del mio destino:
io sono capitano della mia anima.

Testo solo in inglese di Invictus (William Ernest Henley)

Out of the night that covers me,
Black as the pit from pole to pole,
I thank whatever gods may be
For my unconquerable soul.

In the fell clutch of circumstance
I have not winced nor cried aloud.
Under the bludgeonings of chance
My head is bloody, but unbowed.

Beyond this place of wrath and tears
Looms but the Horror of the shade,
And yet the menace of the years
Finds and shall find me unafraid.

It matters not how strait the gate,
How charged with punishments the scroll,
I am the master of my fate:
I am the captain of my soul.

Invictus-traduzione-poesia-william-ernest-henley

Foto di William Ernest Henley – il poeta che scrisse Invictus

James Joyce mappa concettuale – elenco schemi riassuntivi

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« Quando un’anima nasce, le vengono gettate delle reti per impedire che fugga. Tu mi parli di religione, lingua e nazionalità: io cercherò di fuggire da quelle reti. » – James Joyce

In questo articolo abbiamo inserito una mappa concettuale riguardante James Joyce fatta da noi, in quanto non ne sono state trovate altre online; nel caso doveste riscontrare altre mappe concettuali siete pregati dei lasciare il link alla mappa in modo tale da permetterci di aggiornare l’elenco degli schemi su James Joyce o di mandarla via mail: provvederemo a sistemarla appena possibile.

Ecco la mappa concettuale su James Joyce:

Mappa concettuale James Joyce

Ecco inoltre una presentazione power point ben fatta in inglese per presentare James Joyce a scuola:

Now is the winter of our discontent – traduzione e testo del monologo di Riccardo III (Shakespeare)

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 Traduzione monologo Shakespeare Riccardo II <<< Torna al menù dei migliori testi di William Shakespeare

Questo è il testo tradotto in italiano del famoso monologo di Riccardo III, notissima opera del celebre poeta inglese William Shakespeare. Nella traduzione ho voluto lasciare snche il testo originale in inglese per aiutare il lettore nella lettura del monologo.

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Ecco la traduzione del monologo “Now is the winter of our discontent”WIlliam Shakeseare

(Gloucester):

Now is the winter of our discontent

Ormai l’inverno del nostro scontento
Made glorious summer by this sun of York;
è reso gloriosa estate da questo sole di York;
And all the clouds that lour’d upon our house
e tutte le nuvole che incombevano minacciose sulla nostra casa
In the deep bosom of the ocean buried.
sono sepolte nel seno profondo dell’oceano.
Now are our brows bound with victorious wreaths;
Ora le nostre tempie sono cinte di corone vittoriose;
Our bruised arms hung up for monuments;
le nostre armi malconce appese come trofei;
Our stern alarums changed to merry meetings,
le nostre aspre sortite mutate in lieti incontri,
Our dreadful marches to delightful measures.
le nostre marce spaventose in allegri danze.
Grim-visaged war hath smooth’d his wrinkled front;
La guerra dal volto rapace ha spianato la fronte corrugata;
And now, instead of mounting barded steeds
e ormai, piuttosto che montare bardati destrieri
To fright the souls of fearful adversaries,
per riempire di paura le anime di impavidi avversari,
He capers nimbly in a lady’s chamber
sgattaiola nella camera di una signora
To the lascivious pleasing of a lute.
al seducente suono del liuto.
But I, that am not shaped for sportive tricks,
Io però, che non son fatto per frivoli svaghi,
Nor made to court an amorous looking-glass;
nè per corteggiare uno specchio amoroso;
I, that am rudely stamp’d, and want love’s majesty
Io, che sono di stampo rude, privo della maestà d’amore
To strut before a wanton ambling nymph;
tale da pavoneggiarmi di fronte a una bella ninfa ancheggiante;
I, that am curtail’d of this fair proportion,
Io, che son privo di ogni bella proporzione,
Cheated of feature by dissembling nature,
frodato nei lineamenti dalla natura ingannatrice,
Deformed, unfinish’d, sent before my time
deformato, incompiuto, spedito prima che fosse il mio momento
Into this breathing world, scarce half made up,
in questo mondo che respira, finito a metà,
And that so lamely and unfashionable
e questa tanto storpia e brutta
That dogs bark at me as I halt by them;
che i cani mi abbaiono quando passo accanto a loro;
Why, I, in this weak piping time of peace,
Perchè, io, in questo fiacco e zufolante tempo di pace,
Have no delight to pass away the time,
non ho il piacere di ammazzare in altri modi il tempo,
Unless to spy my shadow in the sun
se non spiando la mia ombra al sole
And descant on mine own deformity:
e commemorare la mia stessa deformità:
And therefore, since I cannot prove a lover,
E comunque, non potendo fare l’amante,
To entertain these fair well-spoken days,
per occupare questi tempi ben visti,
I am determined to prove a villain
sono deciso a mostrarmi una canaglia
And hate the idle pleasures of these days.
e odiare i vani piaceri di questi giorni.
Plots have I laid, inductions dangerous,
ho scritto monologhi, infide induzioni,
By drunken prophecies, libels and dreams,
con profezie da ubriachi, accuse e sogni,
To set my brother Clarence and the king
per invogliare mio fratello Clarence e il re
In deadly hate the one against the other:
a odiarsi l’un l’altro:
And if King Edward be as true and just
e se il re Edorado fosse giusto e onesto
As I am subtle, false and treacherous,
quanto io subdolo, falso e traditore,
This day should Clarence closely be mew’d up,
oggi Clarence dovrebbe essere imprigionato
About a prophecy, which says that ‘G’
per una profezia, che dice che “G”
Of Edward’s heirs the murderer shall be.
sarà l’assassino di Edoardo.
Dive, thoughts, down to my soul: here
tuffatevi, pensieri, nella mia anima: qui
Clarence comes.
sta arrivando Clarence.

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Ecco invece il testo in inglese di “Now is the winter of our discontent” – monologo di Shakespeare:

Now is the winter of our discontent
Made glorious summer by this sun of York;
And all the clouds that lour’d upon our house
In the deep bosom of the ocean buried.
Now are our brows bound with victorious wreaths;
Our bruised arms hung up for monuments;
Our stern alarums changed to merry meetings,
Our dreadful marches to delightful measures.
Grim-visaged war hath smooth’d his wrinkled front;
And now, instead of mounting barded steeds
To fright the souls of fearful adversaries,
He capers nimbly in a lady’s chamber
To the lascivious pleasing of a lute.
But I, that am not shaped for sportive tricks,
Nor made to court an amorous looking-glass;
I, that am rudely stamp’d, and want love’s majesty
To strut before a wanton ambling nymph;
I, that am curtail’d of this fair proportion,
Cheated of feature by dissembling nature,
Deformed, unfinish’d, sent before my time
Into this breathing world, scarce half made up,
And that so lamely and unfashionable
That dogs bark at me as I halt by them;
Why, I, in this weak piping time of peace,
Have no delight to pass away the time,
Unless to spy my shadow in the sun
And descant on mine own deformity:
And therefore, since I cannot prove a lover,
To entertain these fair well-spoken days,
I am determined to prove a villain
And hate the idle pleasures of these days.
Plots have I laid, inductions dangerous,
By drunken prophecies, libels and dreams,
To set my brother Clarence and the king
In deadly hate the one against the other:
And if King Edward be as true and just
As I am subtle, false and treacherous,
This day should Clarence closely be mew’d up,
About a prophecy, which says that ‘G’
Of Edward’s heirs the murderer shall be.
Dive, thoughts, down to my soul: here
Clarence comes.

Now the winter of our discontent traduzione e testo Shakespeare

“Tomorrow, and tomorrow, and tomorrow”– Macbeth – traduzione in italiano del monologo e testo

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Macbeth monologo domani domani domani tomorrow tomorrow tomorrow

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Macbeth – traduzione in italiano del monologo “Tomorrow, and tomorrow, and tomorrow”

Domani, e domani, e domani,
si insinua a piccoli passi di giorno in giorno,
fino all’ultima sillaba del tempo;
e tutti i nostri ieri hanno illuminato gli stolti
fino alla morte polverosa. Su, su, breve candela!
La vita non è che un’ombra che cammina, un povero attore,
che si agita e pavoneggia per un’ora sulla scena,
e poi non si presenta più. È il racconto
raccontato da un idiota, pieno di strepito e furore,
che non significa nulla.

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Macbeth – testo inglese con traduzione in italiano del monologo “Tomorrow, and tomorrow, and tomorrow”

Tomorrow, and tomorrow, and tomorrow,
Domani, e domani, e domani,
Creeps in this petty pace from day to day,
si insinua a piccoli passi di giorno in giorno,
To the last syllable of recorded time;
fino all’ultima sillaba del tempo;
And all our yesterdays have lighted fools
e tutti i nostri ieri hanno illuminato gli stolti
The way to dusty death. Out, out, brief candle!
fino alla morte polverosa. Su, su, breve candela!
Life’s but a walking shadow, a poor player,
La vita non è che un’ombra che cammina, un povero attore,
That struts and frets his hour upon the stage,
che si agita e pavoneggia per un’ora sulla scena,
And then is heard no more. It is a tale
e poi non si presenta più. È il racconto
Told by an idiot, full of sound and fury,
raccontato da un idiota, pieno di strepito e furore,
Signifying nothing.
che non significa nulla.

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Macbeth – testo inglese del monologo “Tomorrow, and tomorrow, and tomorrow”

Tomorrow, and tomorrow, and tomorrow,
Creeps in this petty pace from day to day,
To the last syllable of recorded time;
And all our yesterdays have lighted fools
The way to dusty death. Out, out, brief candle!
Life’s but a walking shadow, a poor player,
That struts and frets his hour upon the stage,
And then is heard no more. It is a tale
Told by an idiot, full of sound and fury,
Signifying nothing.

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Menù migliori testi di William Shakespeare in italiano e in inglese

Shakespeare – Fear no more the heat o’the sun – traduzione dal Cimbelino

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Non dovrai più temere la luce traduzione shakespeare

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Ecco il testo (con traduzione) a mio parere più bello di tutta l’opera “Cimbelino” di Shakespeare:

Fear no more the heat o’ the sun;
Non temere più il calore del sole;
Nor the furious winter’s rages,
nè le furie rabbiose d’inverno,
Thou thy worldly task hast done,
tu che hai finito il tuo servizio nel mondo,
Home art gone, and ta’en thy wages;
tu che sei tornato a casa, e hai avuto il tuo compenso;
Golden lads and girls all must,
ragazzi e ragazze dorati, tutti devono,
As chimney sweepers come to dust.
come spazzacamini alla polvere tornare.
Fear no more the frown of the great,
Non temere più la disapprovazione dei grandi,
Thou art past the tyrant’s stroke:
finite sono per te le frustate del tiranno:
Care no more to clothe and eat;
non devi più affannarti per il vestire e mangiare;
To thee the reed is as the oak:
per te è pari il giunco come la quercia:
The sceptre, learning, physic, must
lo scettro, le memorie, la medicina, devono
All follow this, and come to dust.
far seguito a questo, e tornare alla polvere.

Fear no more the lightning-flash,
Non temere più il bagliore accecante,
Nor the all-dread thunder-stone;
nè i trementi tuoni rombanti;
Fear not slander, censure rash;
non temere la calunnia, nè le censure;
Thou hast finished joy and moan;
hai finito la gioia e il pianto;
All lovers young, all lovers must
Tutti i giovani innamorati, tutti gli amanti
Consign to thee, and come to dust.
dovranno consegnarsi a te, e tornare alla polvere.

No exorciser harm thee!
Nessun esorcista può scuoterti!
Nor no witchcraft charm thee!
Nessuna stregoneria può ammaliarti!
Ghost unlaid forbear thee!
Le anime dei morti in pena ti evitano!
Nothing ill come near thee!
Nessun male ti può avvicinare!
Quiet consummation have;
La calma del compimento è arrivata;
And renowned be thy grave!
ed è rinominata tua tomba!

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Lord Randal riassunto breve della ballata – spiegazione breve

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Lord Randal e il suo amore

In cosa consiste la ballata di Lord Randal? Ecco un riassunto breve:

Lord Randal è una ballata anglo-scozzese e consiste in un dialogo tra il giovane signore (appunto Lord Randal) e la madre. Mediante le richieste della madre nella ballata si viene a scoprire che il giovane Randal è stato avvelenato dalla sua amante.
Sinteticamente, il dialogo si svolge in un ambiente familiare, forse la casa; la madre chiede a Randal dove è stato, lui risponde nella foresta, poi la madre chiede chi ha incontrato, e lui risponde “il mio vero amore”, la domanda successiva è “cosa ti ha dato?” e Randal risponde che le ha dato del cibo (Anguille). La madre allora chiede “chi ha avuto i tuoi avanzi?”, lui risponde “Il mio falco e i miei cani da caccia”, lei chiede che ne è stato di loro e lui confessa che hanno allungato le loro zampe e sono morti. A questo punto la madre preoccupata esprime la sua paura riguardo a un probabile avvelenamento di Randal e lui stesso ammette di essere stato avvelenato.
A questo punto la madre chiede cosa lascierà Randal a lei, alla sorella, al fratello e al suo “vero amore”. Randall risponde rispettivamente in ordine: ventiquattro mucche da latte alla madre, ” il mio oro e il mio argento” alla sorella, al fratello le sue case e le sue terre, infine al suo “vero amore” rivela il suo lascito: ” il fuoco dell’inferno”. Randal è abbastanza stanco difatti a ogni domanda riassunta qui risponde e dice sempre “fai presto il mio letto, perchè sono stanco di cacciare e mi piacerebbe coricarmi.”

Il riassunto della ballata di Lord Randal non ti soddisfa? Certamente è più bello leggere la ballata per intero in italiano, dopotutto non è affatto lunga! Vai alla ballata in italiano >>


Recensione libro “Canto di Natale”– Charles Dickens

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Canto di Natale opinione recensione del libro cosa ne pensateL’autore, Charles Dickens, scrive questa favola, dramma, raccontando la storia di un anziano signore d’affari, Scrooge (in inglese significa proprio “tirchio”), avaro ed egoista, che trascura la famiglia e ed è incapace di apprezzare le piccole cose come il calore e l’amore che regala il Natale, infatti l’intera vicenda è narrata durante la Vigilia di Natale, nella quale verranno a trovarlo tre fantasmi (del passato, del presente e del futuro), pronti a mostrargli tutto il corso della sua vita, gli atti egoistici commessi e le conseguenze che ne deriveranno.

Il testo è formato da 144 pagine, suddivise in 5 capitoli, nella quale verrà narrata la vicenda del Signor Scrooge, ambientata in una cittadina inglese di cui non si fa nome. Con questo racconto, l’autore ha voluto mostrare chiaramente non solo il vero significato del Natale, ma la corruzione e il disfacimento di una società consumistica dell’epoca in cui stava vivendo.

L’autore ha voluto costruire un quadro piuttosto chiaro e concreto sulle condizioni dello sfruttamento della “classe povera”, da parte dei grandi capitalisti del tempo. Per Dickens il modo migliore per affrontare questo tipo di problemi sociali, è una rinascita morale da parte dello stesso individuo, ricordandosi cosa sia realmente importante nella vita, come la famiglia. E’ questo che accade al protagonista, prende parte ad un viaggio interno alla propria anima, per ritrovare se stesso e rinascere con gli ideali che a quel tempo mancano nella società.

La lettura è vivamente consigliata ad ogni tipo persona, di qualsiasi età, non solo per beneficiare di una favola stupenda che riesce a riscaldare i cuori della gente e ricordare cosa sia realmente importante in un giorno di festa, come il Natale, ma anche per tutti quelli che troverebbero fonte di discussione riguardo ai temi trattati nella società dell’epoca di Dickens, i quali possono essere facilmente ritrovati in una società moderna in cui si vive.

Mappa concettuale su William Shakespeare – schemi riassuntivi in italiano

I’m the King of the Castle – Recensione – Il nero riflesso dell’età adulta

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I’m the King of the Castle 

Il nero riflesso dell’età adulta

 

IamTheKingOfTheCastle-libro-recensione I'm the king of the castle recensione libro Susan Hill Recensione I'm the king of the castlejpg

I’m the King of the Castle è un romanzo dell’autrice inglese Susan Hill. Scritto sul finire degli anni ’60, e pubblicato nel 1970, con varie ristampe ed edizioni successive, prima, e originariamente, dalla Hamish Hamilton, poi da Penguin nella collana Modern Classics, ha riscosso fin dall’inizio un incredibile successo, che lo ha accompagnato nel corso degli anni; e ancora oggi esso rappresenta, insieme a un racconto della letteratura dell’orrore, La Donna in Nero (in Italia per Polillo Editore), l’opera più importante e rappresentativa della scrittrice, nonché vincitrice del Somerset Maugham Award.

Ambientato nella campagna inglese di fine anni ’50, il romanzo presenta come protagonisti due bambini: Charles Kingshaw, il quale vive con la madre dopo aver perso il padre, morto negli anni seguenti la Grande Guerra, e Edmund Hooper, il quale ha invece perso la madre per malattia e vive con il padre. I due ragazzini, in età preadolescenziale, sono accomunati da questo aspetto ma separati da un divario di classe sociale: il primo infatti appartiene alla classe media, mentre il secondo è un esponente di quella ricca. Quando i due si incontrano per motivi di lavoro della madre di Charles, assunta come governante e bambinaia nella grande magione vittoriana in cui abitano Edmund e il padre, con il quale si lega sentimentalmente, essi diventano nemici. Fin dal primo momento in cui Charles arriva a casa Hooper e ne varca la soglia, i due non possono sopportarsi; e questo astio li porterà a scontrarsi e a cadere in una spirale di violenza tanto fisica quanto psicologica.

Il romanzo di Susan Hill analizza una delicata fase dell’infanzia, in cui la natura del bambino, come immagine dell’innocenza e della purezza, nonché dell’innocuità e dell’allegria, della spensieratezza, si fonde con uno spirito ribelle, la voglia di evadere dalla quotidianità, l’impossibilità di reggere situazioni famigliari difficili, tipico dell’adolescente, e una profonda cattiveria oscura l’animo dei due. I due ragazzini sono diversi e distanti per classe, eppure più simili e vicini di quanto possano immaginare. Entrambi condividono una mancanza di affetto, entrambi soffrono per l’allontanamento di una figura genitoriale e per la distanza che li separa con quella rimasta. Entrambi sono vittime dell’egoismo degli adulti, e diventano una sbiadita proiezione dell’egocentrismo e del cinismo degli adulti.

I’m the King of the Castle è la tragica storia di un’infanzia interrotta, ma anche un racconto che grida a tutti quanto sia bello, e quanto debba esserlo, vivere quel periodo della nostra vita; una storia che invita a riflettere su come i bambini vengano spesso paragonati alla stregua di oggetti privi di sfera emotiva e incapaci di comprendere le situazioni che coinvolgono “i grandi” e che vuole, invece, che si presti maggiore attenzione ai propri figli, che si doni loro l’amore che meritano per non farli sentire soli, e che si stia loro vicini. Attraverso i due bambini, tuttavia, non è solo la psiche dei piccoli a venire analizzata, ma anche quella degli adulti. Grazie alle descrizioni della madre e del padre di Charles e di Edmund, che il lettore legge tramite le battute ora dell’uno ora dell’altro, si arriva a costruire un quadro della disperazione della condizione umana, dell’incontentabile desiderio di voler emergere dalla propria condizione di miseria, economica e non. L’apatia e il falso amore che contraddistinguono i due genitori, per quanto all’apparenza attenti ai propri figli, sono in realtà i due sentimenti che guidano le due figure. Metafora dell’uomo dei nostri tempi, incapace di appagarsi della sola bellezza della vita e sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, di diverso, intento solo a preoccuparsi dell’esteriorità delle cose e del giudizio altrui, insieme a una macabra visione delle brutture e delle violenze che anche i bambini sono capaci di attuare ai danni degli altri e subire a loro volta dagli altri, I’m the King of the Castle è un romanzo di grande profondità, una lettura appagante, con atmosfere tinte di macabro e di horror, ma anche di una tremenda tristezza.

Il romanzo fu scelto, per la sua tematica ravvicinabile al bullismo, come parte del programma del GCSE nelle scuole inglesi per l’analisi di un testo letterario, ma fu per lo stesso motivo criticato da numerose famiglie, che si rifiutavano di farlo leggere ai loro figli. Nella speranza che invece, dopo anni dalla pubblicazione, simili idee non ottenebrino più la mente dei genitori moderni, per quanto difficile possa risultare crederci, consiglio vivamente la lettura di questo libro a tutti, genitori e ragazzi. Un’ottima lettura, che invita a riflettere su tematiche importanti e, purtroppo, ancora attuali; ma anche, se non la si vuole leggere in tal modo, un racconto sull’amicizia e l’inimicizia di due ragazzi, guidati, e allo stesso tempo tragicamente segnati, da un terribile destino, marchiati dalla condizione delle loro famiglie. Un unico lato negativo è che, nonostante altri libri di questa autrice siano stati tradotti in Italia, il testo in questione rimane ancora oggi inedito, spero ancora per poco. La lettura, pertanto, almeno per il momento, è da effettuarsi in lingua inglese.

Autore della recensione:

Elio Cimmaruta

“London”– William Blake – traduzione e testo inglese della poesia

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London- William Blake - traduzione e testo inglese della poesia

London“, la poesia tradotta in italiano in questa pagina, è una poesia di William Blake, pubblicata nella sua raccolta “Songs of Experience” nel 1794. Si tratta di una delle poche poesie in “Songs of Experience” che non ha una corrispondente poesia in “Songs of Innocence”.

“London” testo inglese e traduzione a fronte in italiano della poesia:

I wander thro’ each charter’d street,
Vagavo per ogni strada
Near where the charter’d Thames does flow.
vicino a dove il Tamigi scorre.
And mark in every face I meet
E in ogni volto che incontro
Marks of weakness, marks of woe.
i segni della debolezza, i segni del dolore.

In every cry of every Man,
In ogni pianto di ogni uomo,
In every Infants cry of fear,
in ogni pianto infantile di paura,
In every voice: in every ban,
in ogni voce: in ogni divieto,
The mind-forg’d manacles I hear
sento le catene forgiate dalla mente

How the Chimney-sweepers cry
Come il pianto dello spazzacamino
Every blackning Church appalls,
scandalizza ogni chiesa annerita,
And the hapless Soldiers sigh
e lo sfortunato sospiro dei soldati
Runs in blood down Palace walls
scorre nel sangue lungo le mura del palazzo

But most thro’ midnight streets I hear
Ma nelle notturne strade più affollate sento
How the youthful Harlots curse
come la maledizione di una giovane prostituta
Blasts the new-born Infants tear
distrugga la lacrima del nascituro
And blights with plagues the Marriage hearse
e infetta con piaghe il carro del matrimonio

William Blake ha respinto la religione ufficiale per vari motivi, tra cui il fallimento della Chiesa, che avrebbe dovuto aiutare i bambini a Londra che sono stati costretti a lavorare. Blake ha vissuto e lavorato nella capitale, così è stato senza dubbio nella posizione ideale per scrivere in modo chiaro circa delle condizioni delle persone che vi abitavano.

London” è una poesia pubblicata nel 1794 in “Songs of Experience”, questa raccolta di poesie, completamente illustrata a mano da Blake, ha come obiettivo mostrare i “Due Stati contrari dell’animo umano”.

Recensione libro “Canto di Natale”– Charles Dickens

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Canto di Natale opinione recensione del libro cosa ne pensateL’autore, Charles Dickens, scrive questa favola, dramma, raccontando la storia di un anziano signore d’affari, Scrooge (in inglese significa proprio “tirchio”), avaro ed egoista, che trascura la famiglia e ed è incapace di apprezzare le piccole cose come il calore e l’amore che regala il Natale, infatti l’intera vicenda è narrata durante la Vigilia di Natale, nella quale verranno a trovarlo tre fantasmi (del passato, del presente e del futuro), pronti a mostrargli tutto il corso della sua vita, gli atti egoistici commessi e le conseguenze che ne deriveranno.

Il testo è formato da 144 pagine, suddivise in 5 capitoli, nella quale verrà narrata la vicenda del Signor Scrooge, ambientata in una cittadina inglese di cui non si fa nome. Con questo racconto, l’autore ha voluto mostrare chiaramente non solo il vero significato del Natale, ma la corruzione e il disfacimento di una società consumistica dell’epoca in cui stava vivendo.

L’autore ha voluto costruire un quadro piuttosto chiaro e concreto sulle condizioni dello sfruttamento della “classe povera”, da parte dei grandi capitalisti del tempo. Per Dickens il modo migliore per affrontare questo tipo di problemi sociali, è una rinascita morale da parte dello stesso individuo, ricordandosi cosa sia realmente importante nella vita, come la famiglia. E’ questo che accade al protagonista, prende parte ad un viaggio interno alla propria anima, per ritrovare se stesso e rinascere con gli ideali che a quel tempo mancano nella società.

La lettura è vivamente consigliata ad ogni tipo persona, di qualsiasi età, non solo per beneficiare di una favola stupenda che riesce a riscaldare i cuori della gente e ricordare cosa sia realmente importante in un giorno di festa, come il Natale, ma anche per tutti quelli che troverebbero fonte di discussione riguardo ai temi trattati nella società dell’epoca di Dickens, i quali possono essere facilmente ritrovati in una società moderna in cui si vive.

Mappa concettuale su William Shakespeare – schemi riassuntivi in italiano

I’m the King of the Castle – Recensione – Il nero riflesso dell’età adulta

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I’m the King of the Castle 

Il nero riflesso dell’età adulta

 

IamTheKingOfTheCastle-libro-recensione I'm the king of the castle recensione libro Susan Hill Recensione I'm the king of the castlejpg

I’m the King of the Castle è un romanzo dell’autrice inglese Susan Hill. Scritto sul finire degli anni ’60, e pubblicato nel 1970, con varie ristampe ed edizioni successive, prima, e originariamente, dalla Hamish Hamilton, poi da Penguin nella collana Modern Classics, ha riscosso fin dall’inizio un incredibile successo, che lo ha accompagnato nel corso degli anni; e ancora oggi esso rappresenta, insieme a un racconto della letteratura dell’orrore, La Donna in Nero (in Italia per Polillo Editore), l’opera più importante e rappresentativa della scrittrice, nonché vincitrice del Somerset Maugham Award.

Ambientato nella campagna inglese di fine anni ’50, il romanzo presenta come protagonisti due bambini: Charles Kingshaw, il quale vive con la madre dopo aver perso il padre, morto negli anni seguenti la Grande Guerra, e Edmund Hooper, il quale ha invece perso la madre per malattia e vive con il padre. I due ragazzini, in età preadolescenziale, sono accomunati da questo aspetto ma separati da un divario di classe sociale: il primo infatti appartiene alla classe media, mentre il secondo è un esponente di quella ricca. Quando i due si incontrano per motivi di lavoro della madre di Charles, assunta come governante e bambinaia nella grande magione vittoriana in cui abitano Edmund e il padre, con il quale si lega sentimentalmente, essi diventano nemici. Fin dal primo momento in cui Charles arriva a casa Hooper e ne varca la soglia, i due non possono sopportarsi; e questo astio li porterà a scontrarsi e a cadere in una spirale di violenza tanto fisica quanto psicologica.

Il romanzo di Susan Hill analizza una delicata fase dell’infanzia, in cui la natura del bambino, come immagine dell’innocenza e della purezza, nonché dell’innocuità e dell’allegria, della spensieratezza, si fonde con uno spirito ribelle, la voglia di evadere dalla quotidianità, l’impossibilità di reggere situazioni famigliari difficili, tipico dell’adolescente, e una profonda cattiveria oscura l’animo dei due. I due ragazzini sono diversi e distanti per classe, eppure più simili e vicini di quanto possano immaginare. Entrambi condividono una mancanza di affetto, entrambi soffrono per l’allontanamento di una figura genitoriale e per la distanza che li separa con quella rimasta. Entrambi sono vittime dell’egoismo degli adulti, e diventano una sbiadita proiezione dell’egocentrismo e del cinismo degli adulti.

I’m the King of the Castle è la tragica storia di un’infanzia interrotta, ma anche un racconto che grida a tutti quanto sia bello, e quanto debba esserlo, vivere quel periodo della nostra vita; una storia che invita a riflettere su come i bambini vengano spesso paragonati alla stregua di oggetti privi di sfera emotiva e incapaci di comprendere le situazioni che coinvolgono “i grandi” e che vuole, invece, che si presti maggiore attenzione ai propri figli, che si doni loro l’amore che meritano per non farli sentire soli, e che si stia loro vicini. Attraverso i due bambini, tuttavia, non è solo la psiche dei piccoli a venire analizzata, ma anche quella degli adulti. Grazie alle descrizioni della madre e del padre di Charles e di Edmund, che il lettore legge tramite le battute ora dell’uno ora dell’altro, si arriva a costruire un quadro della disperazione della condizione umana, dell’incontentabile desiderio di voler emergere dalla propria condizione di miseria, economica e non. L’apatia e il falso amore che contraddistinguono i due genitori, per quanto all’apparenza attenti ai propri figli, sono in realtà i due sentimenti che guidano le due figure. Metafora dell’uomo dei nostri tempi, incapace di appagarsi della sola bellezza della vita e sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, di diverso, intento solo a preoccuparsi dell’esteriorità delle cose e del giudizio altrui, insieme a una macabra visione delle brutture e delle violenze che anche i bambini sono capaci di attuare ai danni degli altri e subire a loro volta dagli altri, I’m the King of the Castle è un romanzo di grande profondità, una lettura appagante, con atmosfere tinte di macabro e di horror, ma anche di una tremenda tristezza.

Il romanzo fu scelto, per la sua tematica ravvicinabile al bullismo, come parte del programma del GCSE nelle scuole inglesi per l’analisi di un testo letterario, ma fu per lo stesso motivo criticato da numerose famiglie, che si rifiutavano di farlo leggere ai loro figli. Nella speranza che invece, dopo anni dalla pubblicazione, simili idee non ottenebrino più la mente dei genitori moderni, per quanto difficile possa risultare crederci, consiglio vivamente la lettura di questo libro a tutti, genitori e ragazzi. Un’ottima lettura, che invita a riflettere su tematiche importanti e, purtroppo, ancora attuali; ma anche, se non la si vuole leggere in tal modo, un racconto sull’amicizia e l’inimicizia di due ragazzi, guidati, e allo stesso tempo tragicamente segnati, da un terribile destino, marchiati dalla condizione delle loro famiglie. Un unico lato negativo è che, nonostante altri libri di questa autrice siano stati tradotti in Italia, il testo in questione rimane ancora oggi inedito, spero ancora per poco. La lettura, pertanto, almeno per il momento, è da effettuarsi in lingua inglese.

Autore della recensione:

Elio Cimmaruta


“London”– William Blake – traduzione e testo inglese della poesia

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London- William Blake - traduzione e testo inglese della poesia

London“, la poesia tradotta in italiano in questa pagina, è una poesia di William Blake, pubblicata nella sua raccolta “Songs of Experience” nel 1794. Si tratta di una delle poche poesie in “Songs of Experience” che non ha una corrispondente poesia in “Songs of Innocence”.

“London” testo inglese e traduzione a fronte in italiano della poesia:

I wander thro’ each charter’d street,
Vagavo per ogni strada
Near where the charter’d Thames does flow.
vicino a dove il Tamigi scorre.
And mark in every face I meet
E in ogni volto che incontro
Marks of weakness, marks of woe.
i segni della debolezza, i segni del dolore.

In every cry of every Man,
In ogni pianto di ogni uomo,
In every Infants cry of fear,
in ogni pianto infantile di paura,
In every voice: in every ban,
in ogni voce: in ogni divieto,
The mind-forg’d manacles I hear
sento le catene forgiate dalla mente

How the Chimney-sweepers cry
Come il pianto dello spazzacamino
Every blackning Church appalls,
scandalizza ogni chiesa annerita,
And the hapless Soldiers sigh
e lo sfortunato sospiro dei soldati
Runs in blood down Palace walls
scorre nel sangue lungo le mura del palazzo

But most thro’ midnight streets I hear
Ma nelle notturne strade più affollate sento
How the youthful Harlots curse
come la maledizione di una giovane prostituta
Blasts the new-born Infants tear
distrugga la lacrima del nascituro
And blights with plagues the Marriage hearse
e infetta con piaghe il carro del matrimonio

William Blake ha respinto la religione ufficiale per vari motivi, tra cui il fallimento della Chiesa, che avrebbe dovuto aiutare i bambini a Londra che sono stati costretti a lavorare. Blake ha vissuto e lavorato nella capitale, così è stato senza dubbio nella posizione ideale per scrivere in modo chiaro circa delle condizioni delle persone che vi abitavano.

London” è una poesia pubblicata nel 1794 in “Songs of Experience”, questa raccolta di poesie, completamente illustrata a mano da Blake, ha come obiettivo mostrare i “Due Stati contrari dell’animo umano”.

“Break of day in trenches”– traduzione poesia di Isaac Rosemberg in italiano

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Break of day in trenches traduzione in italiano poesia

Come suggerisce il titolo, “La nascita del giorno in trincea” (Break of day in trenches) di Isaac Rosenberg è un poema in cui tempo crea una nuova percezione poetica della vita e della morte. Si tratta di una breve poesia senza rigidità di composizione dotata di ventisei versi, che cattura la perplessità di un fante ordinario nell’affrontare la durezza dell’esistenza in trincea durante la prima guerra mondiale. Il mondo è un sogno a occhi aperti sulla vita e in particolare sulla persistenza della vita in mezzo alla guerra.

Quasi ogni verso della poesia “Break of a day in trenches”, tradotta in italiano in questa pagina, contiene qualche riferimento alla morte violenta, la morte di massa, la morte collettiva.
Eppure, anche nel bel mezzo della guerra di massa, nota Rosenberg, c’è la vita di una specie.

In “Break of day in trenches” emerge tutta la drammaticità della guerra di trincea.
Tutto è surreale, tutto viene sconvolto dalla guerra. L’immagine di un papavero viene contrapposto a un ratto, un animale spregevole che, paradossalmente, prova ribrezzo per l’uomo. Il ratto è persino “cosmopolita” e il poeta lo invidia perché può conoscere persone di tutte le nazionalità e può attraversare il prato verde che separa le trincee.
Il tempo scorre piano e tutto ciò che di bello esiste in natura viene ridimensionato e visto nelle sue sembianze peggiori (il cielo sereno con un forte vento). L’unica speranza, la vita, è rappresentata da quel papavero che sanguina perennemente e che tutti possiedono. Il poeta porta il suo papavero dietro l’orecchio ma col tempo si è coperto di polvere ed è diventato bianco.

Con umorismo sardonico, il narratore paragona la situazione del topo con quella dei soldati semplici, osservando che l’animale “eccentrico” (ricordiamoci però che “droll” può essere tradotto anche come “buffo, comico” sopravvive nei campi di battaglia. Rosemberg osserva che le trincee e le altre demarcazioni di guerra inglesi che separano i soldati dai loro “nemici” contano poco per il ratto, che forse attraverserà la “terra di nessuno” (la linea di frontiera) per continuare la sua festa coi cadaveri dei tedeschi.

E ‘questo atto libero di attraversare un paio di miglia di spazio aperto che figura nella sezione successiva di “Break of day in trenches“. L’oratore si meraviglia della capacità del topo di sopravvivere, al contrario degli “atleti altezzosi” con “gli occhi forti, gli arti sottili” che sono così facilmente macellati. Se la fauna dominante nella “terra di nessuno” è quella dei ratti, dove questi che si nutrono di cadaveri, la flora più comune è quella dei “Papaveri le cui radici sono nelle vene dell’uomo,” fiori di sangue dei soldati feriti.

Questa riduzione degli esseri umani a meri oggetti è rafforzata nel corso della poesia quando il movimento del ratto è in contrasto con la prostrazione dei soldati, che sono “seduti scompostamente nelle viscere della terra.” Dalla descrizione, i soldati potrebbero essere sia vivi che morti; forse non importa molto nemmeno a chi parla. Chi parla sa che egli stesso è ancora in vita, anche se la leggera polvere sul papavero che ha messo dietro l’orecchio prefigura la polvere della tomba che si trova sempre in attesa.

“Break of day in trenches” ( Nascita del giorno in trincea) – traduzione in italiano poesia di Isaac Rosemberg:

The darkness crumbles away –
L’oscurità si sgretola
It is the same old druid Time as ever.
E’ lo stesso vecchio druido Tempo di sempre
Only a live thing leaps my hand –
Solo una cosa vivente salta la mia mano –
A queer sardonic rat –
Un eccentrico topo sardonico
As I pull the parapet’s poppy
Mentre colgo il papavero dal parapetto
To stick behind my ear.
Per metterlo dietro il mio orecchio.
Droll rat, they would shoot you if they knew
Comico topo, ti sparerebbero se sapessero
You cosmopolitan sympathies
Le tue simpatie cosmopolite
(And God knows what antipathies).
(E Dio sa quali antipatie).
Now you have touched this English hand
Ora che hai toccato questa mano inglese
You will do the same to a German –
Farai lo stesso con una tedesca –
Soon, no doubt, if it be your pleasure
Presto, senza dubbio, se è tuo piacere
To cross the sleeping green between.
Attraversare il prato dormiente
It seems you inwardly grin as you pass

Sembra che tu sorrida intimamente quando attraversi
Strong eyes, fine limbs, haughty athletes
I forti occhi, gli arti sottili , atleti altezzosi
Less chanced than you for life,
Meno fortunati di te nella vita,
Bonds to the whims of murder,
Legati ai capricci dell’assassinio,
Sprawled in the bowels of the earth,
Stravaccati nelle viscere della terra,
The torn fields of France.
Campi lacerati di Francia.
What do you see in our eyes
Cosa vedi nei nostri occhi
At the shrieking iron and flame
Allo stridente ferro e fiamme
Hurled through still heavens?
Scagliati attraverso i cieli tranquilli ?
What quaver – what heart aghast?
Quali tremiti – quale cuore attonito?
Poppies whose roots are in man’s veins
I papaveri le cui radici sono nelle vene dell’uomo
Drop, and are ever dropping;
Cadono, e cadono sempre;
But mine in my ear is safe,
ma il mio nel mio orecchio è al sicuro,
Just a little white with the dust.
solo un poco imbiancato dalla polvere.

Dopo aver visto la traduzione in italiano di “Break of day in trenches” ti consigliamo di scoprire la pronuncia corretta della poesia in maniera tale da imparare a leggerla in lingua originale nel modo migliore per apprezzarla a pieno. Ecco un video con la lettura corretta:

“Ozymandias”– traduzione poesia in italiano e testo inglese (Shelley)

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Ozymandias traduzione poesia in italiano e testo inglese Shelley

“Ozymandias” è un sonetto scritto dal poeta inglese romantico Percy Bysshe Shelley (1792-1822), pubblicato nel 11 gennaio 1818 sul “The Examiner” a Londra. La poesia è stata inclusa l’anno successivo nella collezione di Shelley Rosalind e Helen con altre poesie (1819) e in una raccolta postuma delle sue poesie pubblicata nel 1826.”Ozymandias” è considerato come una delle opere più famose di Shelley ed è spesso nelle antalogie di poesia.

Nell’antichità, Ozymandias era un nome greco stante a indicare il faraone egiziano Ramesse II. Shelley ha iniziato a scrivere il suo poema nel 1817, subito dopo l’annuncio dell’acquisizione di un grande frammento di una statua di Ramesse II dal tredicesimo secolo A.C. del British Museum, probabilmente fonte di ispirazione del poeta.

Il frammento da 7.25 tonnellate di testa e di busto della statua era stata rimossa nel 1816 dal tempio funerario di Ramesse a Tebe da un avventuriero italiano chiamato Giovanni Battista Belzoni. Ci si aspettava arrivasse a Londra nel 1818, ma questo non arrivò fino al 1821. Shelley scrisse il poema in competizione amichevole con il suo amico e collega poeta Smith (1779-1849), che scrisse un sonetto sullo stesso soggetto con lo stesso titolo. La poesia di Smith è stata pubblicata in “The Examiner” poche settimane dopo il sonetto di Shelley. Entrambe le poesie esplorano il destino della storia e le ingiurie del tempo: tutte le personalità e gli imperi che si costruiscono nel tempo sono finiti e la loro eredità cade nell’oblio.

Traduzione in italiano della poesia “Ozymandias” di Shelley con affiancato il testo inglese:

« I met a traveller from an antique land
Ho incontrato un viaggiatore da una terra antica
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
che diceva: “Due enormi gambe di pietra stroncate
Stand in the desert. Near them on the sand,
si ergono nel deserto. Al loro fianco nella sabbia,
Half sunk, a shatter’d visage lies, whose frown
metà del viso è sprofondato e sfranto, la fronte
And wrinkled lip and sneer of cold command
e le rugose labbra, e il sogghigno del freddo comando
Tell that its sculptor well those passions read
ci dicono che lo scultore ben conoscesse tali passioni
Which yet survive, stamp’d on these lifeless things,
che ancora sopravvivono, stampate su queste pietre senza vita,
The hand that mock’d them and the heart that fed.
alla mano che le plasmava, e al sentimento che le nutriva.
And on the pedestal these words appear:
E sul piedistallo, queste parole impresse:
“My name is Ozymandias, king of kings:
<< Il mio nome è Ozymandias, re dei re:
Look on my works, ye Mighty, and despair!”
osservate le miei opere, voi potenti, e disperate!”
Nothing beside remains. Round the decay
Nient’altro rimane. Attorno alle rovine
Of that colossal wreck, boundless and bare,
di quel rudere colossale, spoglie e sterminate,
The lone and level sands stretch far away. »
le sabbie solitarie e piatte si estendono oltre lontano.

Testo solo in inglese senza traduzione della poesia “Ozymandias”:

« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter’d visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp’d on these lifeless things,
The hand that mock’d them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
“My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!”
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »

“I like my body when it is with your” (E.E.Cummings) traduzione poesia in italiano

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Eecummings poesie i like my body when it is with your

“I like my body when it is with your” – traduzione in italiano e testo della poesia di E. E. Cummings

i like my body when it is with your
mi piace il mio corpo quando è col tuo
body. It is so quite a new thing.
corpo. È una cosa tanto nuova.
Muscles better and nerves more.
Muscoli meglio e nervi di più.
i like your body.- i like what it does,
Mi piace il tuo corpo. – mi piace cosa fa,
i like its hows.- i like to feel the spine
e il come. – mi piace sentir la tua spina
of your body and its bones, and the trembling
dorsale e le sue ossa, e il tremolante
-firm-smooth ness and which i will
– liscio – sodo che
again and again and again
ancora, ancora e ancora
kiss, – i like kissing this and that of you,
bacierò, – mi piace baciare questo e quello,
i like, slowing stroking the, shocking fuzz
mi piace, lentamente accarezzare, il folto
of your electric fur, and what-is-it comes
elettrico pelo, e quel che viene a carne
over parting flesh . . . And eyes big love-crumbs,
che si separa … e occhi grandi briciole d’amore,

and possibly i like the thrill
e forse mi piace il brivido
of under me you so quite new
di sotto me te così nuova

Traduzione in italiano poesia “I wandered lonely as a cloud” di William Wordsworth (1807)

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“I Wandered Lonely as a Cloud” (Vagavo solitario come una nuvola), la poesia tradotta in italiano in questo articolo, è un poema lirico composto da William Wordsworth; si tratta del lavoro più famoso di Wordsworth e spesso ci si riferisce al poema anche chiamandolo sempicemente “Daffofils”.

La poesia è stata ispirata al poeta da un evento vissuto il 15 aprile 1802, in cui Wordsworth e sua sorella Dorothy incontrarono una distesa enorme di narcisi (un tipo di fiore). La poesia vera e propria in realtà venne scritta dal poeta qualche tempo tra il 1804 e il 1807; il componimento fu pubblicato per la prima volta nel 1807 in “Poems in Two Volumes” e una versione riveduta è stata pubblicata dal poet anche nel 1815.

La poesia “I Wandered Lonely as a Cloud” è comunemente considerata come un classico della poesia romantica inglese, nonostante al tempo del poeta il componimento sia stato condisderato poco.

Prima di passare alla traduzione in italiano di “I Wandered Lonely as a Cloud” vi consigliamo di guardare e specialmente ascoltare il seguente video dove il componimento verrà letto in lingua inglese: potrete fare una bella figura leggendo la poesia nella maniera corretta ed evitare i classici errori di pronuncia inglese; anche l’intonazione nella lettura è importante far capire al meglio la totale comprensione del testo.


 

Vediamo prima della traduzione in italiano della poesia “I wandered lonely as a cloud” il testo in lingua originale:

I wandered lonely as a cloud
that floats on high o’er vales and hills,
when all at once I saw a crowd,
a host, of golden daffodils;
beside the lake, beneath the trees,
fluttering and dancing in the breeze.

Continuous as the stars that shine
And twinkle on the milky way,
They stretched in never-ending line
Along the margin of a bay:
Ten thousand saw I at a glance,
Tossing their heads in sprightly dance.

The waves beside them danced; but they
Out-did the sparkling waves in glee:
A poet could not but be gay,
In such a jocund company.
I gazed–and gazed–but little thought
What wealth the show to me had brought:

For oft, when on my couch I lie
In vacant or in pensive mood,
They flash upon that inward eye
Which is the bliss of solitude;
And then my heart with pleasure fills,
And dances with the daffodils.

Intervalliamo adesso la traduzione in italiano della poesia “I wandered lonely as a cloud” con la versione in inglese:

I wandered lonely as a cloud

Vagavo solitario come una nuvola

that floats on high o’er vales and hills,

che fluttua in alto sopra valli e colline,

when all at once I saw a crowd,

quando all’improvviso intravidi una folla,

a host, of golden daffodils;

un mare, di narcisi dorati;

beside the lake, beneath the trees,

vicino al lago, sotto gli alberi,

fluttering and dancing in the breeze.

tremolanti e danzanti nella brezza.

Continuous as the stars that shine

Intermittenti come stelle che brillano

And twinkle on the milky way,

e luccicano nella Via Lattea,

They stretched in never-ending line

si estendevano in una linea infinita

Along the margin of a bay:

lungo il margine della baia:

Ten thousand saw I at a glance,

con uno sguardo ne vidi diecimila,

Tossing their heads in sprightly dance.

che scuotevano il capo danzando briosi.

The waves beside them danced; but they

Le onde accanto a loro danzavano; ma loro

Out-did the sparkling waves in glee:

superavano in gioia le luccicanti onde:

A poet could not but be gay,

un poeta non poteva che esser felice,

In such a jocund company.

in una tale compagnia gioiosa.

I gazed–and gazed–but little thought

Osservavo – e osservavo – ma non pensavo

What wealth the show to me had brought:

a quanto benessere un tale spettacolo mi avesse donato:

For oft, when on my couch I lie

poiché spesso, quando mi sdraio sul mio divano

In vacant or in pensive mood,

in uno stato d’animo ozioso o pensieroso,

They flash upon that inward eye

essi appaiono davanti a quell’occhio interiore

Which is the bliss of solitude;

che è la beatitudine della solitudine;

And then my heart with pleasure fills,

e allora il mio cuore si riempie di piacere,

And dances with the daffodils.

e danza assieme i narcisi.

Qui sotto invece è presente solatanto la traduzione in italano della poesiaI wandered lonely as a cloud“:

Vagavo solitario come una nuvola
che fluttua in alto sopra valli e colline,
quando all’improvviso intravidi una folla,
un mare, di narcisi dorati;
vicino al lago, sotto gli alberi,
tremolanti e danzanti nella brezza.

Intermittenti come stelle che brillano
e luccicano nella Via Lattea,
si estendevano in una linea infinita
lungo il margine della baia:
con uno sguardo ne vidi diecimila,
che scuotevano il capo danzando briosi.

Le onde accanto a loro danzavano; ma loro
superavano in gioia le luccicanti onde:
un poeta non poteva che esser felice,
in una tale compagnia gioiosa.
Osservavo – e osservavo – ma non pensavo
a quanto benessere un tale spettacolo mi avesse donato:

poiché spesso, quando mi sdraio sul mio divano
in uno stato d’animo ozioso o pensieroso,
essi appaiono davanti a quell’occhio interiore
che è la beatitudine della solitudine;
e allora il mio cuore si riempie di piacere,
e danza assieme ai narcisi.

 

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